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Come nasce la fiducia verso le nostre capacità ?
Rubrica di Psicologia dello sport
a cura della Dott. Cristiana Conti

 

Le convinzioni sulla propria efficacia si strutturano nel tempo, a partire da quattro principali fonti. Quali?

Le idee che ho influenzano la mia performance, soprattutto se queste idee riguardano le mie capacità. Con il termine AUTOEFFICACIA ci riferiamo ad un giudizio di capacità, ovvero quello che pensiamo di essere in grado di fare e realizzare in un particolare contesto e relativamente ad uno specifico compito (a differenza del più ampio concetto di autostima che è un giudizio di valore personale, ovvero quanto valgo come persona?).

La considerazione che uno ha di sé stesso ha un forte risvolto pragmatico. le Le potenzialità di un atleta, infatti, non si traducono automaticamente in prestazioni ottimali e questi giudizi giocano un ruolo centrale nel determinare, in senso positivo o negativo, la loro realizzazione. Il profilo di un atleta che crede in sé è il profilo di un atleta che lavora per essere consapevole, coraggioso nel superare gli ostacoli ed equilibrato nel tollerare le frustrazioni.

Da cosa nasce la fiducia verso le proprie capacità? Per rispondere a questa domanda bisogna partire da quelle che sono le fonti dell’autoefficacia, ricordandosi che 1) non è innata 2) è un’abilità da sviluppare e costruire 3) è mutevole nel tempo.

Già questo mette una base solida: il soggetto deve essere convinto di poter controllare una certa situazione e agire in modo intenzionale e non pensare che le proprie capacità siano intrinseche, immodificabili e/o frutto solo del caso.

In particolar modo le convinzioni sulla propria efficacia vengono costruite sulla base di informazioni (Bandura) provenienti da:

a. ESPERIENZE DIRETTE: i successi frutti dell’impegno personale sono la fonte più potente. Decisiva non è tanto la prestazione in sé, quanto l’interpretazione che ne dà il soggetto, evidenziando, per esempio, l’importanza dell’impegno personale e il fatto che gli errori siano parte integrante del processo di apprendimento. Di qui l’importanza di consolidare il proprio vissuto positivo (ovvero rafforzare la capacità di guardare le risorse che ognuno di noi possiede), puntare l’attenzione sulle cose giuste (di fronte alla tendenza a guardare quello che non va, è importante allenare bene lo sguardo e puntarlo sulle risorse) e distanziarsi dall’idea di perfezione.

b. ESPERIENZE DEGLI ALTRI: seppure informazioni più “deboli” delle precedenti, vedere altri riuscire ad eseguire una certa attività può determinare in chi osserva la convinzione che anche egli può farcela.

c. PERSUASIONE VERBALE: ovvero la fiducia che altre persone significative dimostrano verso le capacità di chi agisce (di qui l’importanza dei feedback positivi, coerenti e adeguati da parte degli allenatori e dei genitori)

d. STATI FISIOLOGICI: la propria efficacia viene giudicata anche basandosi sulle informazioni somatiche prodotte da stati fisiologici ed emozionale, di qui l’importanza di saper interpretare bene i segnali che provengono dal proprio corpo (ad esempio credere che la tensione muscolare che sento prima di una partita rifletta un’adeguatezza personale piuttosto che corrispondere ad una normale ed utile attivazione verso la gara)

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